Transizione ecologica: il fotovoltaico e le Comunità Energetiche

Il tema della Transizione Ecologica è un pilastro del progetto Next Generation EU e la Seconda Missione di questo strumento temporaneo, istituito nel 2020 per fare fronte all’impatto socio-economico derivante dalla pandemia di COVID-19, è proprio denominata Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, occupandosi grandi temi dell’agricoltura sostenibile, dell’economia circolare, della transizione energetica, della mobilità sostenibile, dell’efficienza energetica degli edifici, delle risorse idriche e dell’inquinamento.

L’ambizioso obiettivo del progetto è migliorare la sostenibilità del sistema economico e assicurando una transizione equa e inclusiva verso una società a impatto ambientale pari a zero.

Grande attenzione è quindi rivolta, tra i molti temi, all’efficientamento energetico e soprattutto all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere la decarbonizzazione attraverso investimenti diretti e la semplificazione delle procedure di autorizzazione per le rinnovabili.

In questo contesto il Fotovoltaico può svolgere un ruolo fondamentale, in quanto è una delle tecnologie più mature, conosciute e diffuse per la produzione di energia pulita; inoltre il Fotovoltaico può rappresentare, nel medio lungo periodo, anche un importante fonte di risparmio.

Per ottimizzare i vantaggi del Fotovoltaico, promuovendo l’autoproduzione e la creazione di sistemi di accumulo, e massimizzare l’efficacia e l’efficienza degli impianti di produzione, un ruolo fondamentale potrebbe essere svolto dalle Comunità Energetiche.

L’energia? Si produce insieme!

Una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) è un insieme di soggetti, di uno medesimo perimetro geografico, che condividono, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione, l’energia elettrica rinnovabile prodotta dagli impianti di uno o più soggetti partecipanti alla comunità. L’obiettivo principale è quello di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri e alle aree locali in cui opera, attraverso l’autoconsumo di energia rinnovabile.

I soggetti che prendono parte a una CER possono essere di tre tipi: prosumer, consumer, producer: i prosumer sono coloro che producono energia rinnovabile tramite l’installazione di pannelli solari fotovoltaici sul proprio tetto o in altre aree comunque di proprietà. L’energia prodotta verrà così condivisa da tutta la comunità energetica, secondo quanto stabilito da statuto redatto e sottoscritto dai componenti della CER stessa. I consumer sono invece i membri della CER che non producono energia ma si limitano a beneficiare di quella prodotta dai prosumer. I producer sono i titolari dell’impianto di produzione non finalizzato all’autocounsumo.

Le comunità energetiche rinnovabili sono a tutti gli effetti un soggetto giuridico che

  • Si basa sulla partecipazione aperta e volontaria.
  • È costituito da cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali (amministrazioni comunali, cooperative, enti di ricerca, enti religiosi, enti del terzo settore, enti di protezione ambientale).

Le comunità energetiche rinnovabili sono una realtà consolidata in molti Paesi del Nord Europa. Tra i migliori esempi di comunità energetiche c’è il Bioenergy Village di Jühnde, in Germania: la comunità, a partire dal 2004, si è dotata di un impianto di cogenerazione a biogas da 700 kW e di una caldaia a cippato da 550 kW, con i quali genera il 70% del calore e il doppio dell’energia elettrica di cui abbisogna.

In realtà in Italia, anche se da un punto di vista giuridico la nascita delle comunità energetiche è storia di pochi anni, i primi tentativi di unirsi per la produzione e l’autoconsumo di energia risalgono addirittura a fine Ottocento, in Valtellina. Si trattava spesso di cooperative sorte in località di montagna per garantirsi, attraverso la produzione locale, il necessario approvvigionamento energetico.

Ora è il momento per creare una CER

Lo scorso gennaio il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato il Decreto attuativo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), il n. 414 del 7 dicembre 2023, che stimola la nascita e lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso.

Lo stanziamento previsto è di ben 5,7 miliardi, dei quali oltre 2 sono a fondo perduto per le CER che nasceranno nei Comuni con meno di 5.000 abitanti e prevede due tipologie di intervento:

  • Una tariffa incentivante per l’energia consumata: verrà prevista una tariffa vantaggiosa sull’energia elettrica consumata sia dagli autoconsumatori sia dalle comunità energetiche, con un finanziamento totale di 3,5 miliardi di euro. Questo fondo verrà finanziato attraverso un prelievo sulle bollette dell’energia elettrica di tutti i consumatori e sarà in vigore per un periodo di 20 anni.
  • Sovvenzioni agli Investimenti: La seconda misura offre come detto una sovvenzione fino al 40% dei costi ammissibili, con un bilancio totale di 2,2 miliardi di euro, finanziato attraverso il PNRR.

Requisito fondamentale per accedere a questi finanziamenti è la operatività di questi progetti entro e non oltre il 30 giugno 2026, nei comuni con una popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.

Si tratta insomma di una grande opportunità, ma anche di una sfida vista la complessità dell’operazione (passaggi burocratici, realizzazione impianto, etc): ISA Group è in grado di darvi un supporto sia nella fase progettuale sia in quella esecutiva.

Non perdete la possibilità di fare del bene all’ambiente, alla vostra comunità e al vostro portafoglio: contattateci per ogni informazione!

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